Piace farlo.
Ma non mi piacciono però le cialde e le nuove tecnologie; e non per un esasperato attaccamento al passato, alla tradizione, o per il loro aroma.
Solo perché così viene meno il rito della preparazione, di quell'attesa che forse ne migliora anche il gusto, o almeno così mi illudo che sia.
Ed anche olfattivamente non c’è partita.
La cialda è sordomuta.
La moka dispensa.
La mattina siamo io e lei; a volte sembra un duello, a volte un incontro piacevole tra due vecchi amici, ma comunque nel piccolo tempo del parto è fondamentale la presenza.
Non puoi fare altre cose nel mentre.
Ti conviene aspettare lì davanti, perché mi è capitato (raramente devo dire) di non avere pazienza, di spostarmi per pochi secondi in un’altra stanza, magari calcolando i tempi della fuoriuscita; ed è proprio in quel momento che la signora mette in atto la sua vendetta.
Sentendosi trascurata anche se per poco, ti punisce fuoriuscendo copiosamente come se il non averla “amata“ per quei pochi minuti fosse un’onta irrimediabile.
Un'esagerazione penso, ma è così.
Non puoi nemmeno fidare sui segnalibri acustici.
Ci sono giorni che anche dal bagno con la porta chiusa riesci a sentire quel familiarissimo gorgoglio con annesso sbuffo che i bambini imitano così bene.
E a volte chissà perchè non c’è emissione di suoni.
Tracima e basta.
In silenzio.
Per cui la tua presenza in loco diventa obbligatoria.
Anche perché un caffè che fuoriesce con tutto quello che ne consegue predispone male la giornata.
E mentre stai lì ad osservare pensi.
E' un'azzeccata metafora se la si pensa come lo svolgimento della nostra vita.
C’è un pre, un durante, un adesso e un dopo.
Ci sono persone-cialde che vanno da sole; abbastanza perfette, precise, non hanno bisogno di particolari attenzioni, non danno sorprese.
Eseguono la vita.
Fanno il loro percorso lineari e senza sbavature.
Non sporcano.
Ma al tempo stesso non lasciano traccia.
Mentre le persone-moka sono imperfette, imprevedibili, non sono mai tutte uguali, e non hanno mai gli stessi tempi di esecuzione.
E a volte combinano piccoli disastri se trascurate, se costrette a farlo.
Ma hanno un’infinità di sfumature, di sorprese, di colori e soprattutto di odori.
Vivissime nella loro più totale imperfezione.
Una persona-moka senza i giusti ingredienti però può risultare insipida.
Ma nella maggior parte dei casi se la si conosce, e si presta la giusta attenzione non tradisce.
Dicono infatti, ma forse è leggenda, che una macchinetta per il caffè non deve essere mai lavata con il sapone, e più è vecchia è e più funziona bene, perchè “impregnata“.
Non so se sia vero… ma che costa crederci?
Ma se dimenticate di metterci l'acqua dentro parte a razzo, scoppia, impazzisce, provocando disastri.
E nella stragrande maggioranza dei casi il fatto è irreversibile.
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