sabato 22 settembre 2012

Eat Parade


       Il pranzo dei deputati?
 Metà lo paga la Camera

Un "regalo" che costa 3,5 milioni all'anno. I questori: non ce lo possiamo più permettere. Ma si cambierà solo nel 201. Montecitorio vara il bilancio preventivo: nel 2013-2015 risparmio di 50 milioni
di CARMELO LOPAPA

                      Il ristorante dei deputati 

Il pranzo è servito. E pagato. Almeno per metà prezzo lo offriranno, ancora per un bel po', le casse della Camera. Venti euro per un pasto completo a carico del deputato, altri 18 euro li integra l'amministrazione di Montecitorio attingendo al capitolo "ristorazione". Un andazzo non sostenibile, alla luce del giro di vite imposto al bilancio che sarà approvato il primo ottobre.
Ne prendono atto i questori del Palazzo che in questi giorni hanno approvato la deliberazione con cui si cambia registro. O meglio, si impegnano a cambiarlo. Ma dal 2014.
Il provvedimento avvia le procedure per l'affidamento in concessione del servizio di self service che dovrà prendere il posto dell'attuale, costoso (non per gli onorevoli e i giornalisti che lo frequentano) ristorante. Ma la procedura è lunga. Perché la burocrazia, anche quella parlamentare, necessita dei suoi tempi. Il nuovo regime entrerà in vigore nel 2014, quando si stima "un risparmio annuo di 2,5 milioni di euro", si legge nella deliberazione del collegio dei questori del 12 settembre. "Il sistema di compartecipazione al prezzo del pasto sarà rivisto - continua il provvedimento - prevedendo in ogni caso, per i deputati, che il pagamento delle consumazioni presso il self service sia a totale carico degli stessi". Ma è un avviso a futura memoria, gli attuali parlamentari potranno dormire (e mangiare) tranquilli. Il fatto è che la "compartecipazione" al pasto costa davvero tanto, troppo, per tempi di magra.
A scorrere il bilancio interno che la settimana prossima sarà approvato dall'Ufficio di presidenza e di cui Repubblica è venuta in possesso, si scopre infatti che in questo 2012 la Camera prevede di incassare dalla ristorazione più o meno quanto l'anno scorso, ovvero 1 milione 130 mila euro. Ma spenderà 4 milioni 545 mila (uno in meno rispetto al 2011): vuol dire che occorreranno tre milioni e mezzo per integrare i pasti e garantire comunque l'alto standard della ristorazione a prezzi "pop". Risotto alla pescatora e salmone con patate lesse e bevanda a 20 euro, stesso prezzo per un filetto, un contorno e una frutta, 5 euro una pasta con vongole e bottarga, per fare qualche esempio.
Ristorazione a parte, il bilancio di previsione 2012 della Camera - messo solo adesso nero su bianco per adeguarlo alla spending review montiana - è all'insegna del lacrime e sangue. Cinquanta milioni di euro l'anno di risparmi per il 2013-14-15. Tutto connotato dal segno meno? Quasi. Dimezzati dal 2013 i contributi in favore del Circolo Montecitorio, frequentato sul Lungotevere da deputati (pochi) e dipendenti e funzionari (molti), e quelli per la Fondazione della Camera, guidata per cinque anni dall'ex presidente. Pro tempore da Bertinotti, dal prossimo anno da Fini. I bilanci della Fondazione saranno inviati in virtù del nuovo statuto alla Corte dei conti. Detto questo, resta invariato il capitolo "rimborso spese di viaggi ai deputati": 8,5 milioni di euro nel 2012. E quello destinato ai viaggi degli ex deputati (anche loro con benefit): 800 mila euro. Uguale allo scorso anno l'esborso per la manutenzione ordinaria degli edifici della Camera (13,8 milioni di euro) e per la telefonia mobile ad appannaggio di onorevoli e funzionari (550 mila euro l'anno). Stesso discorso per la buvette: anche nel 2012 costerà 540 mila euro. In calo minimo dopo anni i "servizi di pulizia" 6 milioni 930 mila euro (anziché i 7 milioni), la lavanderia di palazzo con 60 mila euro (anziché i 70 mila). Si dimezza la spesa per l'acquisto di giornali e periodici, che passa da 590 mila a 300 mila euro. Quasi centomila euro in meno per carta e cancelleria dopo le polemiche dei mesi scorsi (920 mila euro).
È stato invece raggiunto a Montecitorio ieri mattina, dopo settimane di braccio di ferro, un accordo con i sindacati dei dipendenti con cui passano i tagli da 13,2 milioni l'anno a carico del personale. 
(21 settembre 2012)
© RIPRODUZIONE RISERVATA                  La Repubblica

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