giovedì 20 settembre 2012

Milano

Pasta Duomo

Mi aveva colto di sorpresa la signora Inzerillo mentre ritirava la posta stamattina.
"Secondo lei lo faccio castrare Nerone o no?"
Purtroppo Nerone non era il marito della mia dirimpettaia, ma solo il suo gatto persiano.
Le mie spalle alzate in maniera un po' maleducata non dovevano essere state una risposta molto soddisfacente, ma con tutti i pensieri che si accalcavano nella mia scatola, il dilemma Nerone certo non occupava i primi posti.
Però ora, nell'attesa di svolgere il mio lavoro, in un momento di relax, mi era tornata in mente la frase della signora.
L'ideale come forma di rispetto per un animale sarebbe stato lasciarlo stare così com'era, intero; d'altronde fino ad oggi Nerone aveva vissuto così, nella più totale libertà, ma adesso evidentemente la signora non ce la faceva più ad andarlo a cercare, curarlo quando tornava ferito, e sono convinto che ad insinuare nella testa questo tarlo abbia contribuito anche suo marito, il signor Inzerillo, persona secca, ruvida e vero antagonista del gatto.
Ma anche la teoria secondo la quale la castrazione oltre che indolore risolve il problema del sovraffollamento di questi nostri compagni di viaggio, non è da scartare. Invece di vederli soffrire, randagi malati, sarebbe meglio se ne nascessero di meno.
Sempre una decisione dell'uomo però è; il gatto deve subire un volere esterno.
Certo allargando il discorso, quanti dilemmi!
Carne o pesce, vegetariani o no, sposarsi in chiesa o in comune, ferie ad agosto o frazionate?
D'altronde quando non abbiamo grandi problemi ce li dobbiamo creare e andiamo a cercare l'impossibile.
D'inverno tutti si lamentano del buio, del freddo, della pioggia; poi quando scoppia il sole, tutti lì a rimpiangere una temperatura fresca, più mite, l'odore dopo il temporale.
E la primavera con le sue allergie, e l'autunno con la sua malinconia e i primi cappotti.
Siamo proprio incontentabili.
Che poi anche i vegetariani: ci sono quelli totali e quelli parziali. Ma anche quelli totali che si nutrono solo di prodotti della terra, dovrebbero riflettere; come la mettiamo infatti con chi sostiene che anche le piante hanno una vita organica, sentimenti, attività cerebrale?
Un cespo di lattuga, ad essere tagliuzzato in compagnia di tre pomodori verdi, soffre meno di un'aragosta bollita ancora viva ?
Madonna che caldo che fa, e qui ancora non si vede nessuno.
Certo è che se una persona comincia a farsi carico di tutti questi cosmici perché non vive più.
A volte è meglio una solida leggerezza. Un pizzico di egoismo. Un etto di menefreghismo.
Ma il mio malessere ha un'altra natura, è inutile che cerco di nasconderlo.
Con Francesca non fila più come prima.
Io glielo avevo detto. Vuoi andare a vivere insieme ? Proviamo, ma il rischio è grosso. Vuoi mettere incontrarsi per il piacere di farlo, come libera scelta, e invece tutte le mattine non sbagliare asciugamano del bidet?
Io poi ho la fobia dello spazzolino da denti di Francesca. Quello storto dal colore che sembra un lecca-lecca. E' moderno lui.
Tutte le mattine quando lo sfioro per usare il suo compagno (molto più umile di lui) ho come la sensazione di essere guardato con aria di sfida.
Come se dicesse "Io sto qua, questo è il mio posto, tu non mi puoi toccare e stai attento che io conosco tutti i lati brutti della tua persona, tutte le cose che fai in bagno quando nessuno ti vede!".
Io un giorno o l'altro lo umilierò usandolo come spazzolino da water.
E' antipatico come il signor Inzerillo.
Ma poi cosa accadrebbe con Francesca? Senz'altro i soliti rimproveri.
"Sei il solito distratto" "Lascia il bagno come lo vorresti trovare" "Ci sono gli schizzi del lucido da scarpe su tutte le piastrelle!". Quando va bene.
Oddio, ma chi me lo ha fatto fare! A me, che singolo ero nato e così avrei voluto restare, convivente solo coi miei ritmi, le mie abitudini. E poi vuole sempre dormire abbracciata, anche a Ferragosto. Come sono lontani i tempi che guardandola arrivare all'appuntamento scommettevo con me stesso "Reggicalze, autoreggenti o collant?" Non ci azzeccavo quasi mai, ma devo dire che l'ultima ipotesi (per sua scelta sia chiaro) avrà visto la luce un paio di volte, fino a che non si è installata a casa mia.
Ora a volte d'inverno mi sembra di coricarmi con un ginnasta olimpionico pre gara, per via delle cosce ancora molto belle, ma inevitabilmente felpatissime.
Ora ha sempre freddo, allora no.
Gli voglio bene, ma non 24 ore al giorno. Qualche ora.
Non consecutiva.
Nerone non ha di questi problemi. Ne ha altri, ma non lo sa.
Certo questi deficienti stanno ritardando veramente troppo.
Mi conviene mettere le siringhe che avevo preparato in frigo, altrimenti il liquido rischia di invalidarsi.
Sono un privato, un collaboratore esterno, emetto fattura, il lavoro l'ho scelto io ma, che ne so, sarà il caldo, però è sempre un problema quando mi portano i cani randagi da sopprimere, quelli del comune.
Provo ancora un senso di disagio ad infilare l'ago.
Avrò tanti difetti lo so, ma non posso non riconoscermi una buona dose di sensibilità.
Quando è di buon umore me lo dice sempre pure Francesca.

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