martedì 4 settembre 2012

Punti di osservazione

Il nostro punto di osservazione rispetto a cose, fatti, persone è assolutamente personale e soggettivo, tranne casi esageratamente lampanti.
Non credo possa esserci una verità assoluta.
Ci si può trovare d'accordo in più persone su determinati argomenti o fatti accaduti, ma questo non fornisce una patente assoluta di veridicità al tutto, altrimenti si cade subito nel lungo corridoio della presunzione dal quale uscire risulta poi molto difficile.
Meglio sempre coltivare un dubbio, una seconda via, un lato b nascosto rispetto al fatto o alla persona in questione.
Ma spessissimo questo non accade, per cui diventa che quella squadra è senz'altro più forte dell'altra, quella persona è assolutamente da evitare, (o bravissima), il jazz è l'unica forma musicale accettabile mentre il rock è morto (o viceversa).
Lampanti cazzate figlie di una folta ignoranza o peggio ancora di un ben prestabilito disegno.
C'è una favola antica che narra così:
moltissimi giorni fa, Il 12 dicembre 1969 alle 16.37 degli esseri cattivi misero una o più bombe in una banca a Milano uccidendo un sacco di persone.
I solerti inquirenti dopo rapidissime indagini, arrestarono un gruppo di persone ritenute implicate nel fatto tra cui spiccava un signore di nome Pietro Valpreda che venne indicato presto come uno degli autori materiali se non il fautore di quella strage.
Per giorni, mesi, anni, il suo nome circolò su tutti i giornali e soprattutto telegiornali.
Con la risonanza che ne conseguì. 
Assolutamente devastante per la sua esistenza.
E al signore affibbiarono la patente di "mostro" a tutto titolo.
Ci volle molto tempo affinché venisse riconosciuto estraneo ai fatti, e comunque nessuno gli ritirò più quella patente, e soprattutto la sua estraneità non venne sbandierata con la stessa violenza con cui era stata conclamata.
Morale, il signor Pietro Valpreda visse i suoi restanti anni una vita di merda, fatta di allusioni, segnate a dito, sguardi obliqui.
Sospetti.
Che possono arrivare a toglierti la voglia di vivere e di combattere per la vita.
La tua vita.
O addirittura come sostengono alcuni scienziati a favorire l'insorgere di una malattia.
La tua malattia.
Tutto ciò  perchè suo malgrado qualcuno l'aveva tirato in ballo frettolosamente (servivano dei colpevoli o presunti tali, velocemente), ma non scagionato con la stessa fermezza.
Ma come  più o meno accade a tutti, un giorno il signor Pietro Valpreda  morì (da innocente), mentre la sua anziana madre gli sopravvisse.
La signora abitava a Milano in una di quelle case (affascinanti secondo me, ma dipende dai punti di osservazione) chiamate case di ringhiera, dalle quali subito puoi evincere la corposità della dichiarazione dei redditi degli inquilini.
Beh, questa signora ultranovantenne molti giorni fa, non moltissimi, si vide notificare dallo stato un conto di svariati milioni di lire da pagare relativi alle spese processuali per la vicenda nella quale era stato coinvolto suo figlio.
Danno e beffa come spesso accade in questi casi.
Ma lo stesso stato che aveva preteso da Lei quella cifra così enorme, resosi conto dell'impossibilità della signora a provvedere, innestò la retromarcia e con abile mossa, 
ma contaddicendosi palesemente, si fece carico di tutto assolvendo così se stesso e pure la signora. 
Autopagandosi.
Peccato purtroppo, perché la vecchina non ebbe il tempo per ringraziare tanta umanità.
Ogni favola ha il lieto fine che si merita.

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